Il Chiostro di Sant’Anna
Il Chiostro di Sant’Anna è stato costruito nel 1953, insieme al piccolo portico d’ingresso, nel quale sono reimpiegati marmi medievali. Durante i lavori di scavo del secondo dopoguerra, infatti, sono stati ritrovati capitelli, colonnine, peducci, parti di cornice e altri elementi.
I nove capitelli a stampella in marmo bianco che reggono le arcate del loggiato, dalle raffinate decorazioni eseguite con la tecnica del bassorilievo, hanno un grande valore artistico. Sulle quattro facce di ciascun capitello sono raffigurate, tra l’altro, foglie di acanto o a forma di lancia, gigli, nastri intrecciati, fiori a sei petali entro esagoni, cerchi contenenti croci, frutti dentro vasi, stelle.
Non ci sono prove che consentano di stabilire l’esatta provenienza dei vari pezzi di marmo. Il loro stile lascia pensare che essi siano stati scolpiti per il chiostro fatto realizzare dall’abate Desiderio (1058-1066) o per quello voluto dal suo successore, Oderisio I (1087-1105). Entrambi i chiostri, non più esistenti, sono citati nelle fonti medievali. I pezzi richiamano la produzione scultorea bizantina dell’XI secolo, come testimonia il caso del monastero di San Luca in Focide (Grecia centrale), che conserva capitelli del tutto simili.
Le somiglianze con le forme decorative bizantine non devono sorprendere: la Cronaca scritta da Leone Marsicano (Chronica Monasterii Casinensis), monaco a Montecassino al tempo di Desiderio, racconta infatti che questo abate reclutò diversi artisti da Bisanzio per decorare la sua basilica.